Il cloud raggiungerà la maturità nel 2020 stando a tre diverse caratteristiche, secondo la società Gartner, leader per l’analisi e consulenza nell’ambito dell’information technology.
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il cloud così come lo conosciamo cambierà volto nei prossimi anni per sopravvivere, perché ha ben altro da offrire rispetto a ciò per cui è utilizzato oggi.
Il cloud di per sé, nella sua forma concettuale primigenia, non è affatto rivoluzionario. Accedere in remoto ad applicazioni e dati è uno dei primi potenziali espressi da internet e dal web. Il vero (e forse insuperabile) vantaggio del cloud sta nella sua natura duttile, capace di adeguarsi ai nuovi e continui paradigmi tecnologici.
Così per capire e leggere l’evoluzione del cloud è utile comprendere quali tecnologie, nell’immediato futuro, verranno largamente utilizzate o, in ogni caso, quali saranno quelle su cui sviluppatori, produttori e aziende punteranno di più.

Ci siamo avvalsi del supporto di Marco Iannucci, Ceo di Clouditalia, azienda nostrana che punta molto sul cloud e sta mettendo in atto delle politiche innovative per farsi trovare pronta davanti alle sfide future.
«I grossi temi sono l’Internet of Things (IoT) e la sicurezza. Con l’aumentare del numero di dispositivi connessi è importante ridurre il tempo di percorrenza dei dati verso i server dove verranno elaborati».
Non si parla solo di gingilli hi-tech tra i quali ne figurano molti che hanno uno scopo relativamente utile, il focus va principalmente sulle automobili connesse e sugli strumenti per le smart home. Con l’aumentare della diffusione dell’IoE, il cloud verrà sempre più sollecitato per garantirne la comunicazione e il salvataggio dei dati.
«Assume importanza la decentralizzazione – continua Iannucci – creare una rete di data center più piccoli dislocata su tutto il territorio e non solo in poche città, affinché ovunque i tempi di latenza siano minori».
Per riuscire a creare infrastrutture cloud sempre più competitive nascono delle sinergie con altre aziende, come nel caso di Clouditalia che stringe partnership strategiche con aziende terze, anche in materia di sicurezza.
«La sicurezza diventerà sempre più importante – conclude Iannucci – abbiamo già in produzione un sistema di accesso ai dati che avviene con lo scambio di una chiave con la macchina in cui l’utente sta lavorando e, in fase sperimentale, stiamo lavorando sull’uso di una password univoca e temporanea, al pari delle tecniche utilizzate da molte banche sui siti di ebanking».
Velocità di trasferimento, di accesso e di elaborazione dei dati, così come la questione sicurezza, sono le sfide imminenti del cloud, in un mercato denso di attori che fanno del prezzo le armi della battaglia, non sempre concentrati sulle necessità future.
In Italia, così come confermato da Clouditalia, vince ancora il cloud ibrido nella forma in cui le aziende tendono a tenere i dati in casa e le applicazioni all’esterno. C’è ancora una soglia psicologica da superare per convincersi che esternalizzare i dati garantisce la loro reperibilità in qualsiasi istante e che un fornitore di servizi cloud si assume i rischi legati alla sicurezza, sgravando i clienti che non sempre hanno strutture e persone in grado di rispondere alle tecniche utilizzate dai cybercriminali per violare intere strutture di rete.


BusinessInsider.com - 02/03/2018